lunedì 10 luglio 2017

Per non perdere il filo....

Dopo più di due anni rieccomi qui a parlare di Elisabetta Holzer e delle sue pubblicazioni. Le amiche appassionate di ricamo sanno bene chi è... dei miei rapporti con lei ho già parlato in questo blog: di come ci siamo conosciute e della nostra amicizia più che altro, come dire? ....internettiana ☺. Adoro i suoi lavori coloratissimi e solari!
Di recente ha pubblicato un nuovo manuale intitolato 'Per non perdere il filo'. 



Ne era stata messa in rete un'anticipazione ed, incuriosita, l'ho subito scaricata, per farmi un'idea del contenuto. Da questo link potete scaricarla anche voi.
L'elenco degli argomenti ha suscitato subito la mia attenzione. 
Prima di tutto una serie di capitoli su attrezzature e materiali: aghi, forbici, filati, tessuti ecc... Cose che possono sembrare scontate, ma che non lo sono poi tanto. 
Tutto ciò che io ho imparato a fare, nel settore del ricamo, l'ho imparato sempre attraverso tentativi a volte riusciti, a volte no. Per esempio mi è capitato talvolta di iniziare un lavoro e di scoprire che il tessuto non era tanto adatto per ciò che intendevo realizzare o per quella particolare tecnica di ricamo che avrei voluto impiegare... 
Alcuni capitoli spiegano come preparare i tessuti e come impostare le misure di ciò che si vuole realizzare.
Ho trovato molto utile ed interessante il capitolo su "orli e pieghe", soprattutto la parte relativa alla realizzazione degli angoli per i quali spesso incontravo grosse difficoltà.
I capitoli successivi si occupano di come realizzare i vari capi d'arredamento di una casa: tovaglie, lenzuola, federe, asciugamani, tende... come realizzare occhielli ed attaccare i bottoni (non quelli metaforici 😆). Per questi ultimi, almeno in parte, so come fare: ho una sorella che faceva la sarta e fin da bambina ho trafficato, volente o nolente, per darle una mano nei periodi in cui era sovraccarica di lavoro.
Infine nell'ultima parte, troviamo tutta una serie di capitoli contenenti dei consigli sulle tecniche di ricamo, su come trasferire i disegni su stoffa e - utilissimo - come fermare i fili nel ricamo, perchè: avete notato? I tutorial vi dicono come realizzare una particolare tecnica ma quasi mai dicono come fermare i fili... Mi viene in mente a questo proposito la mia prof. di Economia Domestica quando frequentavo le scuole medie che ci controllava sempre, prima di tutto, il rovescio del lavoro e, se non era 'pulito' come diceva lei, ci faceva disfare tutto per riiniziare da capo 😂.
Il capitolo finale tratta la manutenzione dei capi ricamati: smacchiatura (pensiamo alle tovaglie!), lavaggio, stiratura. Tutti consigli utilissimi.
Devo dire che sono veramente soddisfatta del mio acquisto. Ho trovato consigli e soluzioni utilissimi. Grazie Elisabetta Holzer!

giovedì 6 luglio 2017

Punto croce!

Oggi voglio mostrarvi un lavoro che realizzai molti anni fa, forse 40 anni o giù di lì...😃
Si tratta di una tovaglia che ricamai per regalarla come dono di nozze a mio fratello ed a mia cognata. A quei tempi avevo appena iniziato a lavorare e non disponevo di grandi risorse economiche ed allora mi venne in mente di regalar loro una tovaglia ricamata. Il motivo lo presi da un Rakam dell'epoca (parlo della prima metà degli anni '70: mia sorella per un compleanno mi aveva regalato l'abbonamento alla rivista 😂) e la realizzai su tela aida con cotone lanato DMC.
Tempo fa mi ritornò in mente quel lavoro pazzesco (che certo oggi non rifarei) e chiesi a mia cognata se me l'avrebbe lasciata fotografare e lei ha subito acconsentito.
Eccola (io non ho un tavolo adatto...):


Qui di seguito presento i dettagli:
... il motivo a ghirlanda centrale:


... e vari dettagli dello stesso:








Questo invece è il motivo d'angolo:


... qui insieme al bordo:


Ed infine un tovagliolo:


Devo dire la verità: dopo questo lavoro non ho più fatto niente a punto croce! Ce n'era abbastanza da farsi venire una crisi di rigetto: oggi certamente non la rifarei anche se tuttavia questa tovaglia continua a piacermi.

sabato 24 giugno 2017

blackwork: che passione!

In questo periodo mi sono dedicata al blacwork che, secondo il mio solito modo di fare, ho interpretato a modo mio... Infatti la caratteristica principale di questa tecnica - come appunto dice anche il suo nome - è quella di utilizzare del filato di colore nero. Qualche volta ho usato il filo nero, ma i colori che piacciono a me sono altri... perciò ho voluto provare a cambiare.
Prima del lavoro che presento oggi, avevo realizzato una corsia da tavolo nei toni del viola intenso e del viola più chiaro. Ne mostro qua un frammento:

 

Il blackwork è una tecnica abbastanza semplice, in rete si trovano numerosi tutorial, ma richiede attenzione perchè si tratta di una tecnica a fili contati per cui, sbagliare anche solo di una trama, costringe a disfare... È perciò utile impiegare dei tessuti a trama regolare: nel mio caso si tratta di tela Aida non troppo grossa.
Una volta terminata la corsia, mi sono ritrovata tra le mani un piccolo avanzo di tessuto ed ho pensato di ricavarne un centrino:


I colori sono l'azzurro intenso ed il celeste (filati ritorto fiorentino 12 di Anchor rispettivamente n° 147 e 153), colori che amo molto. Qui di seguito alcuni dettagli:


 ....il motivo geometrico con i due bordi che lo incorniciano...


ed il motivo di rifinitura che ho 'rubato' al ricamo hardanger.

giovedì 30 marzo 2017

Il centrotavola in azzurro a punt'e nù.

Questo colore è uno dei miei preferiti, soprattutto quando lavoro con tessuti di lino candido. In questo caso si tratta del ritorto fiorentino n° 12 dell'Anchor col. 147.


Ho realizzato questo lavoro su richiesta di una amica che aveva scelto il motivo ed il colore. A dire il vero mi sono subito trovata d'accordo con lei, sia sulla scelta del colore che per quella del morivo dei quadrifogli contornati da un semplice zig zag.
Ai quattro angoli una piccola composizione di 'grugittasa' (=piccole croci).
 

Qui sotto, ingrandito, il motivo dei quadrifogli collegati tra loro da un breve tratto a zig zag:


Il bordo è uno dei motivi classici per questa tecnica di ricamo: punto quadro ed archetti a festone con dei picot ad intervalli regolari.


Ringrazio la mia amica che mi ha consentito di mostrarvi le foto di questo lavoro.😊

sabato 18 febbraio 2017

Bianco su bianco... e tre (e poi basta)!

Da qualche tempo mi sento attratta dal ricamo in bianco. Mi piace, lo vedo raffinato, elegante. Inoltre mi piace sperimentare (ed inventare) cose nuove. Qualche volta il risultato non mi soddisfa (ed allora proprio non ne parlo 😉) ma altre volte mi sorprende positivamente. come con questo centro:


La storia del lavoro di cui parlo oggi è questa.
Avevo acquistato circa 40 cm di lino per eseguire un lavoro per una amica, quello di cui ho parlato nel post precedente a questo. Prima di iniziare quel lavoro, volli testare il tessuto ed il filato per vedere se entrambi fossero compatibili ed iniziai un lavoretto ma senza uno schema preciso. Iniziai dalla stella centrale: avevo preso spunto da una foto contenuta nel bellissimo manuale del ricamo di Lefkara (Cipro). E poi da lì, via via inventando, ho proseguito con la cornice a rombo in hardanger.


Anche il motivo che circonda la parte centrale traforata è copiato da una foto dello stesso manuale. Quindi ho voluto provare l'effetto che avrei ottenuto se avessi aggiunto un po' di punt'e nù e devo dire che non mi pare ci stia male una semplice cornice con 'denteddasa' (=dentelli).


Successivamente, per compensare lo spazio 'pieno' ho aggiunto un'altra cornice romboidale traforata ai quattro lati della quale ho collegatole 'code' in diagonale per coprire lo spazio rettangolare del tessuto.
Infine sia per incorniciare il tutto che per riempire gli spazi vuoti che restavano ho aggiunto lo zig zag e le palmette a punt'e nù.


A chiudere il tutto la solita cornice sfilata impreziosita dai picot.


mercoledì 25 gennaio 2017

bianco su bianco...ancora!

Mi era stato chiesto di realizzare un centrotavola da regalare ad un'amica senza che mi venisse posta alcuna limitazione circa la tecnica od i colori da utilizzare.... Non conosco l'arredamento della casa di questa amica per cui ho optato per il bianco che è un classico che va bene dappertutto.... spero solo che questa amica non abbia i mobili bianchi come li ho io, perchè il bianco su bianco proprio non va 😂...


Visto che mi era stata data ampia libertà nella scelta della tecnica con cui realizzarlo, ho voluto tentare un esperimento: mettere insieme due tecniche lontanissime (non solo geograficamente) tra loro: punto annodato sardo ed hardanger. Mi sembra che il risultato sia soddisfacente...
Per esempio:
questo è hardanger...


ed anche questo è hardanger....


... questo invece è punto annodato sardo....


e questo è anche punto annodato sardo...


Ho tratto ispirazione da diverse fonti.
Per esempio: l'idea del motivo complessivo che forma il quadrato centrale l'ho tratta da un lavoro di Yvette Stanton, dal suo manuale "Early-style hardanger", solo che il suo lavoro era costituito da una striscia mentre io l'ho adattato alla forma quadrata:


I riempimenti nel rombo centrale, per i quali alcune amiche mi hanno chiesto spiegazioni, li ho ricavati da un altro ottimo manuale sull'hardanger di Sadako Totsuka "Délicate broderie hardanger".
Sempre dal manuale di Yvette ho rilevato il motivo dei picots nel bordo:


Anche per la sfilatura ho voluto provare qualcosa di diverso dal solito, ma, dato che non sono molto esperta in questo campo, ho scelto una cosa facile facile:


... con questo motivo d'angolo:


Spero che alla nostra amica Santina piaccia il mio lavoro...😊

mercoledì 4 gennaio 2017

Il centrotavola.

È quadrato e misura circa 35 cm di lato. Questa volta ho optato per il bianco totale: bianco il tessuto, un lino di circa 9/10 fili per cm, bianco il filato, ritorto fiorentino: n° 8 per il punt'e nù e n° 12 per il resto.
Ho pensato di mettere insieme punt'e nù e sfilature ed il risultato mi è sembrato soddisfacente. 


 Questo qui sotto è il motivo centrale che è formato da due stelle di ghiaccio (disegnate da me) posizionate agli angoli opposti di una cornice quadrata costituita da una doppia sfilatura abbastanza semplice (à jour su entrambi i lati) che incornicia uno zig-zag a punt'e nù.


 Qui di seguito i motivi delle stelle ripresi singolarmente: la stella più grande...


 ... e quella più piccina...


La sfilatura del bordo del centrotavola l'ho ricavata tirando 10 fili, facendo l'à jour su tre trame ad entrambi i lati della sfilatura, quindi ho proceduto con la lavorazione all'interno abbracciando due mazzetti per volta ed alternando la lavorazione con il mazzetto successivo una volta arrivata a metà del mazzetto stesso (non so se mi sono spiegata bene: il fatto è che queste cose sono più facili da fare che non a spiegarne l'esecuzione!).


 La parte più estrema dell'orlo è decorata con una serie di picot che, a mio parere, rendono il lavoro più 'prezioso'.
Il quadrato d'angolo della sfilatura l'ho riempito con una 'foglia ottenuta intrecciando il filo in maniera 'alternata' (cioè un filo sì ed uno no) attorno a cinque fili tesi a raggera.


Se siete interessate al punt'e nù potete consultare il manuale 'Il punto annodato sardo' di Gioja Ralui in vendita su Amazon.it dove trovate anche altri motivi di stelle di ghiaccio per arricchire le vostre composizioni. Preciso che il ricavato della vendita del manuale va in beneficenza per i bimbi di Camp Garba in Kenya.
 
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